I risarcimenti agli IMI, lo Stato paga gli eredi degli internati militari
Sono di quest'anno le prime sentenze emesse a favore delle famiglie degli internati militari italiani della Seconda Guerra Mondiale.
La legge italiana che ha fatto da svolta per il risarcimento degli Internati Militari Italiani è entrata in vigore con il decreto-legge del 30 aprile 2022, n. 36, convertito con la legge 79 del 29 giugno 2022. Essa ha istituito un Fondo per il ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità, tra cui rientrano gli IMI, cioè quei militari catturati dopo l’8 settembre 1943 che non furono considerati prigionieri di guerra secondo le convenzioni, ma internati o deportati senza le garanzie che sarebbero spettate loro.
Per accedere al risarcimento è necessaria una sentenza definitiva (passata in giudicato) che accerti la responsabilità della Repubblica Federale di Germania per i danni subiti. Non basta presentare la richiesta al Fondo: prima occorre ottenere quella condanna giudiziaria. Lo Stato italiano, tramite il Fondo istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), provvede poi all’esecuzione della sentenza, ovvero al pagamento del risarcimento e degli interessi. Sono stati stabiliti termini entro i quali si potevano avviare le azioni giudiziarie, inizialmente fissati al 27 ottobre 2022 e poi prorogati fino al 28 giugno 2023. Oltre tali scadenze non è più possibile introdurre nuove cause, e di conseguenza non si può accedere al Fondo.
Gli effetti di queste norme si sono già tradotti in casi concreti. Uno dei più significativi riguarda gli eredi di un militare arrestato nel 1943 e internato in un lager tedesco: dopo ottant’anni hanno ottenuto un risarcimento di circa 300.000 euro, frutto della condanna della Germania al pagamento di 139.369,62 euro più interessi e spese, che hanno portato la cifra finale liquidata dallo Stato italiano, tramite il Fondo, a oltre 307.000 euro.
Un’altra vicenda riguarda diciotto IMI, per lo più originari di Gandino (Bergamo), che il Tribunale di Brescia ha riconosciuto come aventi diritto al risarcimento nell’agosto 2025. I loro eredi riceveranno somme comprese tra 20.000 e 80.000 euro ciascuno, a seconda delle condizioni e della durata dell’internamento.
Casi simili sono stati discussi anche davanti ad altri tribunali italiani. A Venezia, nel gennaio 2025, una sentenza (n. 177/2025) ha condannato la Germania al risarcimento degli eredi di un militare deportato, nonostante le eccezioni sollevate di prescrizione e mancanza di legittimazione. A Verona, invece, le eredi di Gaetano Tacconi hanno ottenuto giustizia in un procedimento che ha accertato la cattura, la deportazione e il lavoro forzato cui era stato costretto, con conseguente condanna al risarcimento.
Questi processi hanno fatto emergere alcune questioni tecniche centrali. La prima riguarda la legittimazione passiva: le cause devono essere rivolte alla Germania, perché è lo Stato tedesco il soggetto ritenuto responsabile; lo Stato italiano interviene solo dopo, con il Fondo, per adempiere al pagamento in esecuzione delle sentenze. La seconda riguarda la prescrizione: il diritto sostanziale al risarcimento per crimini di guerra e contro l’umanità è imprescrittibile secondo il diritto internazionale, ma l’accesso al Fondo è sottoposto a termini precisi, la cui inosservanza comporta la decadenza dalla possibilità di ottenere il pagamento da parte dello Stato italiano. Infine, vi è la questione della quantificazione del danno, che viene stabilita equitativamente dai giudici, sulla base di elementi come le condizioni di vita nei campi, la durata della prigionia, le sofferenze morali e materiali subite. In questo modo vengono riconosciuti non solo i danni patrimoniali, ma anche quelli non patrimoniali, legati all’integrità psicofisica e alla dignità personale.
Negli ultimi vent’anni, la giurisprudenza italiana ha affrontato a più riprese la questione dei risarcimenti agli IMI. Già nel 2004 la Corte di Cassazione aveva riconosciuto la possibilità di agire contro la Germania per ottenere il ristoro dei danni subiti. Nel 2012 la Corte Internazionale di Giustizia aveva sancito l’immunità della Germania rispetto a queste cause, ma i tribunali italiani hanno continuato a riconoscere il diritto dei cittadini al risarcimento, anche alla luce del principio costituzionale di tutela dei diritti fondamentali.
La svolta legislativa è arrivata nel 2022, quando il decreto-legge n. 36 ha istituito il Fondo nazionale. Negli anni successivi sono state emesse diverse sentenze che hanno applicato questa normativa, consentendo a molti eredi di accedere finalmente al ristoro. Tra il 2023 e il 2025 i tribunali di Venezia, Verona, Brescia e altri hanno depositato pronunce che hanno dato concreta applicazione al meccanismo.
Fonti principali:
Studio Legale MP – IMI: Risarcimenti per gli Italiani Militari Internati (studiolegalemp.info)
ANRP – Fondo per il ristoro danni subiti dalle vittime del Terzo Reich (anrp.it)
ANSA – Notizie di origine certificata (www.ansa.it)
Repubblica – Venezia, eredi di un internato in un lager risarciti dopo 80 anni con 300mila euro (repubblica.it)
Rainews – Diciotto internati militari in Germania saranno risarciti (rainews.it)
Doctrine – Tribunale di Venezia, sentenza n. 177/2025 (doctrine.it)
Editoriale Scientifica – Sentenza Tribunale di Verona – caso Tacconi (editorialescientifica.it)
Il Caso – Articolo su risarcimenti e Fondo vittime del Terzo Reich (ilcaso.it)